Piccole elucubrazioni su una disfatta trionfale

[1] Mi sento fondamentalmente così uguale a tutti gli altri che per essergli discretamente diverso dovrei quantomeno non essere.

[2] Non voglio lavorare per il semplice fatto che non vorrei rendermi inutilmente utile.

[3] Nessuno capisce mai nulla quando legge un libro, proprio per questo se ne comprano altri: per ingordigia del niente.

[4] Dulcis in fundo: la morte.

[5] Oramai le parole sono state masticate da tutti, contaminate da una miriade di salive non hanno più nulla da dirci.

[6] Se la bestemmia non implicasse anche solo un minimo spiraglio di fede, mi darei all'imperterrita volgarizzazione del nome del creatore.

[7] La storia mi annoia: non succede mai nulla di nuovo, è tutto già accaduto.

[8] Questo per me è un periodo nerissimo: fortuna che ho sempre con me la una torcia elettrica!

[9] Alle volte penso che il mondo non faccia poi così schifo, ma appena vedo un uomo mi ricredo all'istante.

[10] Dio non ci serve, siamo già benedetti e condannati: rispettivamente nel passato e nel futuro.

[11] Non leggo per imparare, ma semplicemente per avere prova che quello che pensavo era vero.

[12] Gli animali vivono meglio di noi senza credere - a prescindere dal cosa. io cerco di adeguarmi.

[13] Se non dovessi avere un qualche rapporto con la società, trascurerei il mio corpo all'inverosimile – puro sfizio per manifestare la mia indifferenza verso la carne di cui sono fatto.

[14] In realtà nulla è complicato, siamo noi che ci agitiamo mescolando inutilmente le acque del putridume quotidiano.

[15] Il malato smette di sopravvivere e comincia a vivere.

[16] Quando le cose cominciano ad andare bene sarà meglio tapparsi il naso: per non sentire il tanfo proveniente dal futuro!

[17] Non esiste nessuna soluzione, proprio perché non esiste nessun problema.

[18] Non prendere nulla con serietà. Fare delle vita un palcoscenico per comici, un altare per barzellette.

[20] Molti asseriscono che io perda il mio tempo, ma io non vedo cosa ci sia di sprecato nell'attendere la morte. Ogni passatempo è lecito avendo la certezza di una fine.

[21] Per vincere una sfida contro il tempo l'unico modo è il non parteciparvi nemmeno, bensì sedersi. Il tempo non si pronuncia con l'immobile.

[22] Dal momento che la vita non è infinita preoccuparsi per qualcosa sarebbe privo di senso, se lo fosse, allora sì che ci sarebbe di che preoccuparsi!

[23] Non sono bravo in nulla, ma mi diletto in tutto, anche sapendo di non poter eccellere in niente.

[24] Avere dei pregiudizi è prerogativa delle persone che si sentono qualcuno, rimossa questa deleteria convinzione pregiudicare sarà un atto immotivato, un’offesa a sé stessi più che agli altri.
Gli estimatori di sé stessi non sono altro che stolti privati dei sensi.

[25] Non è che abbia cambiato idea sull'amore, è che prima non avevo proprio idea di quello che facevo.

[26] L'amore è il rapitore della lucidità, ed in quanto tale risulta pessimo agli occhi di una persona che non può sottrarsi per natura dall'essere lucida.

[27] L'unico suicidio - come qualsiasi altro gesto - apprezzabile, è un suicidio senza motivo. Tutto il resto è argomento per buffoni.

[28] Tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare: niente di più vero. Infatti io non ho nessuna voglia di mettermi a nuotare.

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